[servizio pubblicato per "Centonove" del 24 settembre, 2015]
L’arcivescovo
sopprime la “Casa del clero” e chiude l’Istituto Superiore di
Scienze religiose “S. Maria della lettera”. Da
giovane prete salesiano era molto amato, ora è sempre più
contestato da clero e laici della diocesi, che lo “accusano” di
perseverare nei suoi errori e scoraggiare qualunque tipo di
iniziativa. Ecco perché
MESSINA.
Era
molto amato, quando, da giovane prete salesiano, don Lillo bene
interpretava il carisma di don Bosco stando vicino ai giovani,
organizzando, partecipando, animando le attività del movimento
giovanile salesiano, dimostrando una forte carica d’umanità. Oggi
quella stessa persona, mons. Calogero La Piana, nativo della
provincia di Caltanissetta, meccanico tornitore e poi diplomato allo
Scientifico, arcivescovo di Messina dal 18 novembre 2006 (le male
lingue dicono per sponsorizzazione del salesiano allora segretario di
Stato, Tarcisio Bertone), sembra molto cambiata, come dimostrano le
contestazioni alle quali è sottoposto ormai da tempo da tanta parte
del clero e di fedeli laici su varie questioni.
Prendiamo,
per esempio, la polemica sulla soppressione della “Casa del clero”,
voluta da mons. Angelo Paino per i sacerdoti anziani invalidi,
conclusasi con l’incameramento, in verità assai poco redditizio,
di una somma da parte della Curia (v. riquadro). O l’ultima, quella
della liquidazione di “S. Maria della Lettera”, Istituto
Superiore di Scienze religiose collegato alla facoltà teologica di
Sicilia con una convenzione del 15 novembre 2006, auspice l’allora
arcivescovo di Messina mons. Giovanni Marra. Non si può fare a meno
di pensare, in questo caso, senza voler cercare il pelo nell’uovo,
che chi, come La Piana, ha studiato, si è laureato e ha poi lavorato
per molti anni da animatore liturgico e spirituale e da docente
all’Istituto Teologico “San Tommaso” (aggregato alla Facoltà
di Teologia dell’Università Pontificia Salesiana di Roma), che ha
pure diretto per dieci anni, ha considerato, assai poco
cristianamente, un grave torto quello della nascita di tale nuova
“concorrenza”, per di più pochi giorni prima del suo
insediamento episcopale.
E
allora, sempre poco cristianamente, sono cominciate subito le
ripicche (come il ritardato pagamento degli stipendi dei docenti); la
propaganda volutamente negativa; i boicottaggi nelle iscrizioni al
“S. Maria della Lettera”, che proseguiva, negli stessi locali dei
Gesuiti i quali all’ “Ignatianum” si erano occupati della
formazione religiosa dei laici, mirata anche all’insegnamento della
religione cattolica nelle scuole; la chiusura della biblioteca con il
licenziamento dell’addetto laico che ne aveva curato l’ordinamento
e l’informatizzazione. Eppure, massicce erano state le adesioni da
parte dei laici, tanto che nel primo quadriennio si erano avuti
mediamente circa trecento iscritti.
Ma
tale successo fu vissuto da sempre dai Salesiani come un elemento di
disturbo al loro quoziente di alunnato, per cui ecco l’arcivescovo
salesiano, che aveva pur sempre contrastato tale successo con una
costante opposizione formale e sostanziale, continuare a scoraggiare
ogni iniziativa e attività del “S. Maria della Lettera”,
mortificare il servizio prestato in essa da parte dei docenti, fino
alla sua attuale ultima determinazione, quella di spogliare, “motu
proprio”, l’Istituto della sua dotazione economica e di
sospendere le iscrizioni per l’anno accademico 2015-16, dichiarando
così, di fatto, la sua soppressione e provocando la sacrosanta
reazione di laici e clero che stanno preparando una lettera con la
richiesta di ispezione alla diocesi, indirizzata al Papa. Perché
tutto ciò? Non è questo che l’ultimo tassello della delusione
provata dai fedeli messinesi riguardo l’attesa che La Piana, come
presule di Messina, città che ben conosceva, parlasse, gridasse,
soprattutto agisse di fronte al degrado della città risvegliando le
coscienze dei responsabili civili e politici, difendendo i diritti
dei bisognosi, alleviando le sofferenze degli emarginati: l’attesa
è, invece, rimasta tale e gli interventi di monsignore si sono
limitati soltanto a stereotipati interventi verbali.
Eppure,
“santità, comunione e servizio” erano state le priorità da lui
subito indicate all’arrivo a Messina Chi regna religiosamente su
500.000 fedeli e 250 parrocchie può davvero far molto, con umiltà
di pastore che serve la città e non se ne serve come viene
rimproverato a tanti politici locali. Magari cominciando daccapo e
facendo dimenticare episodi che non gli fanno onore, come il
tentativo di speculazione edilizia, aspramente criticato da molti
messinesi, a proposito delle aree attigue al Santuario di Montalto; o
l’autorizzazione nel 2009 concessa alla Fondazione “Bonino-Pulejo”
di distribuire proprio in cattedrale (con evidente commistione di
sacro e profano) borse di studio a giovani meritevoli; o la mancata
spiegazione ai tanti fedeli che lo richiedevano per lettera, nel
2012, del modo in cui erano stati distribuiti i fondi destinati agli
alluvionati di Giampilieri (due milioni e mezzo di euro).
Chissà
che adesso l’arcivescovo non voglia per esempio, cominciare a
riscattarsi, dopo il forte richiamo di S.S. papa Francesco,
ottemperando, magari in prima persona e poi ordinandolo alle
parrocchie cittadine, all’invito di accogliere una famiglia dei
tanti migranti che approdano anche a Messina. Non dichiarò lui
stesso alla “Gazzetta del Sud” il 13 gennaio 2008: “Quello
degli immigrati è uno dei temi che seguo più da vicino”?
24/09/2015
Felice Irrera
LA
STORIA DELLA “CASA DEL CLERO”
11.01.1950:
stipula della convenzione preliminare fra p. Teodoro Tusino
(Superiore Generale pro tempore dei PP. Rogazionisti) e Mons. Angelo
Paino.
20.06.1959:
in occasione del 50° di episcopato di Mons. Angelo Paino, il
Presule, “mosso
dal paterno affetto ai sacerdoti”,
dinanzi all’episcopato siculo pone la prima pietra “dell’erigenda
Casa per «Sacerdoti anziani invalidi”.
30.10.1971:
viene stipulata una nuova convenzione fra la Diocesi peloritana e i
PP. Rogazionisti, dalla quale si evince la non ottemperanza degli
impegni precedentemente assunti da parte dei religiosi. Nella
suddetta intesa, infatti, si prende atto che: “per
quanto attiene invece (a
differenza della Diocesi) agli
obblighi assunti dai Padri Rogazionisti, relativamente
all’accoglimento e all’assistenza dei Sacerdoti, una serie di
circostanze sfavorevoli ne ha impedito finora l’adempimento”.
Con la stessa intesa si decide la realizzazione - all’interno del
Pio Ospizio “Collereale” - del “Reparto canonico di
Francia”; contemporaneamente, “i
PP. Rogazionisti si impegnano a pagare la retta fissata dai
regolamenti della Casa di Ospitalità dei Sacerdoti ivi ospitati”.
07.06.2001:
integrazione alla convenzione del 1971 fra P. Mario Lucarelli
(Superiore dei pp. Rogazionisti) e Mons. Giovanni Marra, Arcivescovo
di Messina- Lipari- S. Lucia del Mela. Il suddetto accordo prevede
che i sacerdoti versino un contributo di 500.000 lire fino al 2003 e
i 2/3 della pensione a partire dal 2004, mentre i PP. Rogazionisti
versino “la
restante parte della retta prevista, che alla data della presente, è
di 2.600.000 lire”.
08.03.2014:
estinzione della convenzione ad opera dell’Arcivescovo Calogero La
Piana attraverso una transazione con la quale il suddetto Ordinario
diocesano accetta novecentoventimila
euro in
28 rate e chiude la “partita” finanziaria con i PP. Rogazionisti,
sopprimendo, di fatto, la “Casa del Clero”.
F.I
LA
RICHIESTA D’ISPEZIONE ALL’ARCIDIOCESI DI MESSINA
La visita, avvenuta nel gennaio
del 2014 del Gruppo esterno di valutazione dell’AVEPRO (Agenzia
della Santa Sede per la Valutazione e la Promozione della Qualità
delle Università e Facoltà Ecclesiastiche) al “S. Maria della
Lettera” ha evidenziato, come risulta dal rapporto finale da noi
consultato e certamente a conoscenza dell’arcivescovo, un rapporto
di autovalutazione accurato nell’analisi e rispondente alla realtà,
con la disponibilità di aule ampie e attrezzate, di una direzione e
segreteria idonee, di un ben organizzato sito web, di un’aula
multimediale attrezzata e moderna, di una biblioteca organizzata,
informatizzata e di facile consultazione. Perché allora la
“persecuzione” è proseguita?
Ecco che si spiega la molto
opportuna preparazione in corso di una lettera, corredata di numerose
firme, rivolta al Papa, da parte di un folto gruppo di religiosi e
laici della Diocesi messinese, che, dopo aver elencato minuziosamente
le “malefatte” del presule in carica riguardo il “S. Maria
della Lettera”, chiedono un’ispezione, al fine di verificare se
la soppressione dell’ISSR di Messina, messa in atto
dall’arcivescovo mons. Calogero La Piana sia connotata, come molti
ritengono, da meri condizionamenti o interessi di parte, contrari al
reale interesse della Diocesi.
24/9/2015
F.I.