mercoledì 22 agosto 2018

Meditazioni poetiche politiche 2

È la fede degli amanti/come l’Araba Fenice:/che vi sia ciascun lo dice,/dove sia nessun lo sa  (Pietro Metastasio)

AGLI ATTUALI GOVERNANTI

All’alme semplici
dei folli amanti
che vi votaro
e a quelle complici
che vi sfruttaro,
che per voi spargono
sospiri e pianti
e da voi sperano
pur manteniate
subito, adesso,
quanto promesso,
solo predìco:
fede d’amanti
Matteo e Gigetto,
per loro limiti,
coi loro accoliti
pur tradiranno,
e il loro affanno
per ignoranza
li stroncherà!

 
La storia non è poi/la devastante ruspa che si dice./Lascia sottopassaggi, cripte, buche e nascondigli./ C’è chi sopravvive (Eugenio Montale, La storia, in Satura)

STUPIDITÀ A ROMA

Ecco, adesso la ruspa ha cacciato,
radendo al suolo un camping, dei Rom,
solo che essi si son trasferiti
in altri luoghi della città:
tunnel, parcheggi, anfratti, tettoie
alloggian essi senza rancore;
l’abbattimento inutile fu!
Ciò che più conta è fare notizia
(è vero, Raggi? Vero è, Salvini?):
compari, leghisti e Cinquestelle
sul serio fan sfidando procelle!
Che se poi a zonzo i Rom si vanno,
o in altre zone erigono un campo,
mandiam le ruspe e presto, in un lampo,
questo problema risolveranno!
O governanti senza cervello,
giunti al potere non si sa come,
se non ponete a voi la questione
di sistemarli con un’accoglienza
che ne preveda pure la decenza,
gli insediamenti mai avranno fine
e solamente non rimarrà
che insensatezza e stupidità
di chi per catturare altri stolti
lascia sempre i problemi irrisolti!

 
C’è del metodo in questa follia (W. Shakespeare, Amleto)

LA NEOLINGUA GRILLINA

Questo è un governo che rinnova tutto”!
Ce lo ripeton sempre e in ogni luogo
Grillini e Lega senza alcun ritegno.
Or pur crediamo che bisogna dire
che la nostra ministra alla salute,
Giulietta Grillo (un nome ed un presagio!),
proprio nel senso della novità
ha fatto centro, con la sua adozione
d’una ossimorica composizione,
quando, a proposito di quei vaccini
a cui non tutti sono vicini,
con circolar veramente impagabile,
ha definito un vincolo “flessibile”.
Solamente un poeta come lei
potea giungere a simili altezze
e fa sperare ben per il futuro!
Tu giungesti alle vette di Parnaso
in “facoltà” modificando un “obbligo”!
Ma con quest’ibrido sei stata astuta,
così fingendo i vaccini d’imporre,
pur permettendo a chi non vuole farli
del proprio agire la legalità.
Imitasti l’altissimo Aldo Moro
e le sue “convergenze parallele”
e Enrico Berlinguer, che il suo partito
chiamò allora “di lotta e di governo”!
Quant’è bello questo “obbligo a piacere”:
la sua memoria alla posterità
di certo imperitura resterà!

 _________

 
Cum boni plus quam multi valent, expendendos cives, non numerandos.
Marco Tullio Cicerone, De republica)
Per realizzare una democrazia compiuta occorre avere il coraggio di rimettere in discussione il diritto di voto. Non posso guidare un aeroplano appellandomi al principio di uguaglianza: devo prima superare un esame di volo. Perché quindi il voto, attività non meno affascinante e pericolosa, dovrebbe essere sottratto a un esame preventivo di educazione civica e di conoscenza minima della Costituzione?
Massimo Gramellini, La megliocrazia, “La Stampa”, 2011),


PARTITI E “NUOVI” MOVIMENTI

La fine dei partiti
s’è ormai già consumata:
tesseramenti in calo
e niente più abbuffata
di donazioni accorte
che aprono le porte
Esiston Movimenti
assai più convincenti
(almen per gli elettori)
che dicono di vivere
non incassando niente!
Gli antichi tesorieri
dei partiti defunti
rovistano nell’umido,
non fanno investimenti,
come fece Belsito
coi soldi che lo Stato
alla Lega di Bossi,
per svolger le mansioni
soltanto aveva mossi.
Intanto, i segretari
dei partiti ormai morti,
privati d’auto blu,
con il pollice in su
provano l’autostop!
Persin da Forza Italia
alle stesse Olgettine
non giungon più regali!
Per tanti, troppi anni,
l’Italia han divorato
questi bei tomi qui
che ci hanno governato:
or pagano la colpa
di avere divorziato,
per propri sporchi affari,
dai bisogni reali
di un popol che li avea
prescelti e poi votati.
È vero pure che
i politici nuovi,
quelli dei Movimenti,
tante promesse han fatto
di fare pulizia,
ma occorron competenze,
e non sol le irruenze
di Matteo e Gigetto
unti sotto il tetto
delle loro incoerenze.
Con twitte roboanti
di certo non potranno
governare un Paese
ove la corruzione
è un problema palese!
Essa fu potenziata,
quando lui scese in campo,
da un certo cavaliere
che fu poi degradato,
dal Parlamento espulso
e infine condannato.
Ora egli conta poco
(Salvini l’ha asfaltato!),
il frutto del suo mal,
però, ci ha avvelenato!
Nefasta fu la sorte
col darci Berlusconi
e tutta la sua corte:
or di far pulizia
spetterebbe ai cialtroni
che il popolo italiano
volgarmente han frodato
col firmare un contratto
su promesse incentrato
che sanno di magia?
Ei proseguon la strada
che fu propria di Silvio:
l’impegno d’abbassare
le tasse e poi lavoro
creare è il loro mantra,
e quello ben riuscì
nell’inganno che ordì
grazie all’ingenuità
di masse d’ignoranti,
che intontiva in tivvù
con ritmi martellanti.
Peccato che le scelte
dei nuovi vincitori
sian non soltanto vane
ma prive d’orizzonte
e tendano soltanto
a guadagnare voti
alle elezioni prossime
(che son sempre vicine):
non dare prospettiva
con una mission certa
al futuro che avanza
e non soltanto all’oggi
è segno d’insipienza!


CONTRADDIZIONE


Nel nostro Paese il volontariato,
tante emergenze si è accollato
e sì dando prova al resto del mondo
si spende molto per chi ha bisogno.
Gran parte di popolo è dunque coeso,
supporta benefico ogni indifeso.

Perché siamo sciatti e sì imprevidenti,
credendo, invece, ai comandamenti,
dettati solo da menti stolte
che al nostro futuro non son rivolte
e ci promettono con sicumera
vantaggi pronti, sicuri e immediati
grazie a una croce per lor tracciata
che è poi il preludio di bidonata?

Purtroppo, quella croce ebbe l’effetto
di consegnarci solo a demagoghi,
a tribuni sol abili a parlare
per conservare il loro elettorato:
ma quella croce la portiamo noi!



La storia non è giustiziera, ma giustificatrice”
(Benedetto Croce, Teoria e storia della storiografia)

PROFEZIA

Proverò oggi, come fe’ Tiresia,
a profetare di Di Maio la sorte
da accomunare a quella di Salvini.
Quest’ultimo ben presto voi vedrete,
meravigliati per questo suo gesto,
lavar piedi e caviglie ai neri in viso
fermandoli per chieder loro scusa
del suo comportamento precedente,
certo razzista e mai complimentoso;
in casa accoglierà tre maghrebini,
che manterrà a sue spese giorno e notte,
trattandoli da umani e senza botte.
Quanto a Di Maio, proverà a studiare,
alla Lusis, o forse alla Bocconi,
anche se prima in una scuola media
gli insegneranno a usare i congiuntivi:
ai cinquant’anni si laureerà
e sarà assunto come addetto in prova,
con temporaneo incarico biennale,
in un’azienda della sua Campania,
con la promessa poi d’altro rinnovo.
Giustizia è fatta, potrà dir qualcuno
a fronte d’una tale previsione,
ma la storia giustifica soltanto
le azioni, spesso strane, degli umani:
non fa giustizia mai dei loro errori!



          
                                               
          
 IL PROCESSO      

 
Alzatevi, Salvini.
Voi siete qui imputato
d’aver plurimentito
al popolo italiano”.
Che dite, presidente?
Io sono veritiero:
è proprio un’ingiustizia
per chi sempre è sincero!”
Volete voi negare
d’avere sostenuto
che gli immigrati invaso
han tutto lo stivale?”
No di certo, lo ammetto,
ho esagerato alquanto:
non si posson vedere,
ma sol per il colore
che di notte li cela.
Se lavoran di giorno
nelle fabbriche, invece,
degli amici leghisti,
per me van proprio bene”.
E allora perché mai
li voleste fermare?”
Che vuole, presidente,
un nemico mi occorre
per mietere consenso
quando si voterà.
E per questo motivo
andai pure dicendo
che commetton reati
quali furti e rapine,
stupri ed abigeati
assai più numerosi
di tutti gli Italiani:
il popol della Lega
non sa fare di conto
e crede ciecamente
a quanto gli racconto”.
E quando sostenete
che la Chiesa di rado
ha aperto le sue porte
per accoglierli in proprio?
Mi sembrate Pinocchio
mostrando d’ignorare
che da sempre fa il bene
a Italiani e migranti,
provvedendo a lor pene…”
Scusate, presidente,
mi sembrate un ingenuo:
avete mai sentito
che un di’ ci fu quel motto
che recitava come
chi ha molti nemici
ha pure molto onore?”
Ma di che onor cianciate,
razza di parolaio,
fascista di ritorno!
Sono davvero ottuse
le vostre spiegazioni!
Provvederemo, dunque,
qui nei confronti vostri
a chiedere un perito
che misuri d’urgenza,
senza por tempo in mezzo,
la vostra intelligenza”
Ma questo è un vero abuso,
non potete far questo:
io son Matteo Salvini,
ministro dell’Interno…”
All’interno starete,
per ciò che avete fatto
con abuso d’ufficio,
d’una bella struttura,
con camicia di forza
se fate resistenza!
Or lo si porti via
e recate quell’altro…
sì…l’altro bel soggetto
che a questo scellerato
fa sol da scendiletto.
Dico: Di Maio Luigi
sia subito scortato!
Se confesserà tosto
d’aver turlupinato,
con le false promesse
di cancellarne i mali,
un popolo incantato,
lo assegnerò di certo
ai servizi sociali,
dove potrà davvero,
mantenendoli allegri,
raccontar barzellette,
ai pazzi e alle vecchiette!”


PRIMA DI TUTTO GLI ITALIANI
Lasci stare i migranti
il ministro Salvini
e volga gli abbaglianti
contro ’ ndrangheta e mafia!

Solo così al Paese
renderà un buon servizio,
sì combattendo il cancro
che lo ha annichilito

con quella corruzione
dilagata dovunque
che è l’aspetto serio
di ogni situazione.

Lo so: non porta voti
combattere le mafie
(anzi, forse ne toglie!),
ma certo un monumento

erigeremmo a chi
agisse veramente
ponendo al primo posto,
così come egli dice,

soltanto gli Italiani!



Agosto 2018


 
 
L’IMPERO DEI GUITTI

Cappelletto bermuda e maglietta
l’hanno visto al Gran Premio di Monza;
conferenza alla stampa ha tenuto
nudo il torso e tovaglia in ispalla;
su un giornal sono uscite le foto
di sue coccole hard alla bella;
e ad un flipper l’hanno filmato
con t-shirt esaltante l’offesa;
a Pontida la maglia s’è alzato
per il caldo, scoprendo la pancia!
Tutto questo è Salvini Matteo:
lui si posta com’era bambino;
come va sulla sua moto d’acqua;
mentre impugna la canna da pesca
e sciorina il rosario da asporto;
quando hamburger trangugia scomposto
appoggiando i suoi gomiti al desco.
Tutti questi son vizi nascosti
di quel nostro italiano costume
che per nome si chiama “guittismo”!
Sciatteria (non è altro che questo),
sia nei tratti che in abiti e mode,
di chi è un commediante scadente,
ogni giorno di più somigliante
al guittismo fascista in stivali,
al rampante guittismo di Craxi
ed a quello del barbaro Bossi,
come al cossighiano delirio
ed infine al guittismo pacchiano
del buon miliardario Berlusca.
Per sfortuna del nostro Paese,
minoranza i non-guitti oggi sono!

Settembre 2018


LE PIAGHE D’ITALIA

Questi qui che sgovernan l’Italia
sono i figli deformi di Renzi
che, per colpa del primo Matteo,
al potere or si son sistemati.
Così oggi essi van predicando
che riaggiusteranno il Paese,
che ciascuno potrà a fine mese
finalmente a spumante brindar!
Siete illusi, voi tanti Italiani
che Salvini e Di Maio votaste:
ciò che lega le due teste matte
non è altro che solo il poter!
L’uno è furbo e nel torbido pesca,
stimolando gli istinti peggiori
dei più barbari dei cittadini;
l’altro, privo di ogni istruzione,
a sproposito parla di tutto.
Sono come le piaghe d’Egitto
che colpirono il gran Faraone,
ma verrà tra non molto quel tempo
quando alfine diremo: “Ci fu…”!

Settembre 2018

Felice Irrera

























venerdì 3 agosto 2018

Meditazioni poetiche politiche

 Versificando sul presente...
(a cura di Felice Irrera)

 




IL NUOVO GOVERNO

L’han giurato: li ho visti sul Colle,
convocati dal Gran Ciambellano.
Han giurato il contratto firmato
e poi lieti si strinser la mano!
È così che il buon Romolo Augustolo
ha sancito l’unione di Gigi
(che, alla fine, ha trovato un impiego)
con il barbaro, nuovo Odoacre,
ch’è Salvini, il qual l’elmo indossava
con le corna e scendeva dal nord!

Assediati da tre lunghi mesi,
gli Italian non ne possono più:
hanno invero causato il lor danno
col votar questi loschi cretini;
or son pronti a pagare le pene
di veder questi sciocchi al potere
pur di non risentirli mai più
mentre parlan del ben dell’Italia
accozzando promesse insensate
che s’apprestano intanto a bruciare.

Se daranno alle fiamme il Paese,
mentre un Conte che conte non è
segue gli ordini che essi gli danno,
c’è più in là in agguato qualcuno
(anche lui un signore del male
ma più furbo di entrambi i signor),
pronto già a ritornare lassù:
è Berlusca, che, giovane eterno,
s’è avanzato e ci salverà!
Torneranno i bei giorni felici
in cui Silvio firmava anche lui
un contratto davanti al Paese:
gli Italiani non hanno memoria
e si sono scordati le rese.

Ed intanto il Piddì se la ride
col suo Renzi che mangia pop-corn,
ma dovrebbe pensar che il partito,
presuntuoso, ha distrutto anche lui.

Chissà poi per chi mai voteremo
quando presto Di Maio e Salvini
tradiranno l’impegno ora preso
sulla pelle di noi cittadin,
litigando per qualche sciocchezza,
a elezioni portandoci alfin!

Ma perché poi riandare alle urne
quando questo non serve più a niente?
Ci sarà qualche grande esponente
di poteri che forti ci son
ad imporre il volere di pochi
e a guidare con solide briglie
il corsier che l’Italia già fu!


 
QUANTE PROMESSE!

Perché del “Piano B”
parla tutta la gente,
mentre di quello “A”
non gliene importa niente?
Quest’ultimo sarebbe
davvero assai importante,
fornendo agli Italiani
lavoro e dignità,
con un governo serio,
che pensa a cose vere
e che non si accontenta
soltanto delle fole
di Di Maio e Salvini,
uniti nella via
che può soltanto ormai
portarci alla follia!
E mentre si discetta
di questa situazione
tra soloni in tivvù
che si parlano addosso
e i conduttori incalzano,
lautamente pagati,
con la pubblicità
che, tra un commento e l’altro,
c’imbottisce la testa
con materassi, prostata,
prodotti di bellezza,
integratori mitici,
mutande e calzoncini,
risale la protesta
di tutti contro tutti.
Ma vogliamo finirla?
Torniamo alla decenza:
rimandiamo Luigino
ad un lavoro onesto;
o meglio, procuriamoglielo,
così potrà cessare
di partorire idee,
ogni giorno diverse,
di stampo demenziale.
E quanto, poi, ai Mattei
(all’uno e all’altro alludo),
finiscan di giocare
rovinando il Paese.
Si tolga quelle corna
di barbaro Salvini;
e Renzi, per favore,
vada a fare l’attore
d’un cabaret che ridere
veramente non fa!
Quanto, poi, ai cittadini,
solo una cosa resta:
sulle macerie nostre
si pianga quello sbaglio
di essersi affidati
a gentaglia allo sbando,
che bada solamente
al proprio tornaconto
e ad ogni istante mente.


 
UN RE TRAVICELLO

Un popol ch’è pieno
di tante fortune
può ben fare a meno
del senso comune

ed ora si gode,
votati gli sciocchi,
un Conte modello
di Re Travicello,

che tira a campare
tirato dai fili:
un vero modello,
un Re Travicello

che ordini prende
da Gigi e Salvini:
non fa mai macello
un Re Travicello!

Dal vento portato,
tentenna, galleggia:
che uom di cervello
un Re Travicello!

Che popolo a modo,
che principe indegno,
che grande modello
un Re Travicello!


argumentum pessimi turba est (Seneca, De vita beata, 2, 1)

IL TEMPO DEI DEMAGOGHI

Scrisse il maestro di color che sanno
che può degenerar democrazia
nel suo male peggior: demagogia!
È allor che i cittadin producon danno

credendo alle promesse che quei fanno
per catturarli solo, in fede mia,
e di scarso intelletto son la spia,
ma per un po’ vero successo hanno!

Così oggi in Italia con Salvini
e con Luigino che zampetta accanto
e finalmente ha trovato un lavoro.

Anche a Messina abbiamo il nostro santo
(e portiamo le mani ai nostri crini!):
demagogo e inquisito, tutto oro!



IL NUOVO POTERE

Da demagoghi han truffato la folla;
uniti, i barbari han preso il potere
e se lo tengon stretto con la colla
dimenticando le incombenze vere.

Demolire soltanto è la lor molla
e possiedon sinapsi sì leggere
ch’una con l’altra giammai non s’ammolla!
Non è proprio possibil sostenere

la rozzezza e incultura degli eletti
ch’una democrazia malata ha demandato
a governare una nazione intera!

E mentre, come gli altri, questi ometti
si spartiscono i posti, sconsolato,
considero la sorte proprio nera!


I MALI ITALIANI

Se per vent’anni furono incapaci
nonché corrotti i governi italiani,
ciò si deve di certo agli atti audaci
d’un Cavalier, che con le proprie mani,
gettando quel Paese nelle braci,
senza pensare affatto al suo domani,
aiutato da tanti mascalzoni,
ingrassò le sue aziende con milioni.
E mentre i cittadin, per viver quieto
o per complicità non meno grave,
proseguivan nel proprio viver lieto
mentre su essi calava una trave,
s’arricchiva il fellone cheto cheto
che pria cantava solo su una nave
e, imperversando con tutti i suoi media,
favoriva nel popolo l’inedia.

Ora perché stupirsi del razzismo
se una meschina e falsa informazione,
costruita così per servilismo,
continua ad esser schiava d’un cialtrone,
rifondator del becero leghismo
ora distributore di poltrone,
che adultera le cifre dei migranti
e conta i Rom per dieci volte tanti?

Se, invece, qualcun altro nel Paese,
con un intento inver lungimirante,
al posto di badare alle sue imprese,
avesse, invece, di cultura innante
le richieste inver necessarie intese,
col primo posto alla tecnologia
e poi all’ambiente, quale gran magia,

non ci ritroveremmo governati
da un branco di razzisti e perdigiorno
che da quelle schifezze sono nati!
Infrastrutture grandi? Solo un corno:
non voleva Berlusca e i suoi malnati
che infilare tranquillo in tale forno
inutili e incompiute per potere
tangenti dare a chi di dovere!

Ora il “piccolo è bello!”, cavalcato
dai mungitor di latte della Lega
e da sconoscitori del mercato,
impresa a bassa tecnica, ci frega,
come da chi capisce è rimarcato
e stolto è qui davvero chi lo nega!
Intanto Conte, il pupo che ci guida,
che ripete pedissequo le grida

dei suoi padroni, come un pappagallo,
nel suo discorso dell’insediamento
su questo punto è stato proprio in stallo,
per cui, neppure per esperimento,
come per evitare un brutto fallo
e scansare così un ammonimento,
di istruzione e cultura ha mai parlato,
a ripeter parole condannato.

 
LA NUOVA CLASSE DIRIGENTE

Vediamo farsi strada avventurieri
sulle macerie d’una civiltà
che declina e caotica diventa
nel Bel Paese là dove il sì suona,
perché è stato incapace di dotarsi
d’una credibil classe dirigente.
Già tante volte la letteratura
(da Bel Ami, a Krull a Barry Lindon)
avea posto in rilievo quei rampanti,
gonfi d’astuzia e vuoti di pensiero,
che, a partire dal nulla, la scalata
social presero a dare utilizzando
l’apparenza, l’inganno e il trasformismo.
Or rimpiangiam le scuole di partito
che nel secolo scorso avean prodotto
Palmiro, Alcide, Enrico ed Aldo Moro!
Adesso, sono sorti movimenti
nati intorno a figure di successo,
come il comico Grillo, per esempio!
Non più Università o professioni
selezionato hanno i dirigenti,
ma sol televisioni salottiere
create da un astuto Cavaliere
e che han prodotto Carlucci e Carfagna
Ombretta Colli e chi più ce ne metta!
Ed ecco ritrovarci coi Mattei
e con Gigino, mai lavoratore,
che niun potere avrebber fuor di qui.
Difficile non è la profezia
d’una caduta presto rovinosa,
come quella di Renzi rottamato,
per Cinquestelle e la Lega razzista,
illusi da una scelta popolare
comprovante di lor la qualità
e, invece, solo simboli e strumenti
dalla massa votati unicamente
per chiudere un passato che si aborre
ed accettando promesse malfide
attendere impossibili risposte
da agitatori che l’hanno gabbata.

Agosto 2018



__________

Nessuno si nasconde che la politica internazionale planetaria non è più determinata dai singoli governi, ma da una rete d’interessi produttivi la quale decide delle politiche locali, delle guerre e delle paci e stabilisce i rapporti tra mondo capitalistico, Cina, Russia e Terzo Mondo (Umberto Eco, “La Repubblica”, 23 marzo 1978)


LA VERITÀ DELLE COSE

Debole è la memoria dei mortali,
che, avvolta nelle nebbie del presente,
interpreta il passato come vuole
guidata da ignoranza a profusione.
Viviam nella barbarie più assoluta,
eppure, preferiamo non vedere,
racchiusi in una sfera d’egoismo
o impotenti a resistere al sistema,
i giornalieri crimini del mondo
compiuti da potenze ch’eran dette,
un tempo, faro della libertà.
Trump è soltanto un buon continuatore,
icona d’arroganza e di folclore,
ma quelli che lo hanno preceduto
l’America latina han devastato
con golpe e con congiure d’ogni sorta;
hanno invaso Irak e Afghanistan;
sostengono lo Stato d’Israele
impedendo la pace e l’unità
col consentire atroci repressioni.
La speranza nell’O.N.U. è tramontata,
nazionalismo impera un po’ dovunque:
patetico è perciò quel “sovranismo”
di casa nostra, che ci fa sovrani
di un regno che di certo qui non c’è.
Le decisioni sono prese altrove
e multinazionali e grandi Stati
(con la finanza che governa tutto)
decidono la sorte di milioni
d’esseri umani, illusi con il voto
d’esercitare la democrazia,
eleggendo piuttosto delle lobbies
che ubbidiscono proni ai potentati:
se non lo fanno, che problema c’è?
Al loro posto ne verranno altri,
pur coperti da “libere” elezioni
e ricomincia un gioco senza fine!
Forse è questo dell’uomo il contrassegno:
volontà di potenza e di sterminio,
conquista di ricchezze ad ogni costo,
godere di piaceri e voluttà.
Non tutti certamente così sono
e gli onesti non mancano quaggiù,
ma sono sottomessi a quei malvagi
e, subornati, ormai non pensan più
che a chiudersi nel piccolo orticello
del proprio mondo, ch’or non conta più.


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IL DILAGARE DELLA VIOLENZA MEDIATICA

Pungolato da chi muggendo parla,
aumenta di continuo il popol bue,
che dagli stadi ormai s’è trasferito
un po’ dovunque con la sua violenza
e dà libero sfogo a ogni bassezza.
I social sono pieni ormai d’insulti
e tutti fanno a gara a chi più grossi
li spara, sol mirando a provocare
lo scandalo maggiore e l’attenzione
degli utenti del web, or degradati
sempre di più a pubblico pagante.
Guida la banda e stimola la rissa
il nuovo pistoler del Viminale,
incitando al razzismo più avvilente
e, invece di pensare agli Italiani,
che fuggon dal Paese per lavoro,
parla sol del problema migratorio,
da lui gonfiato oltre la realtà.
I fondi per l’impiego nel lavoro
da noi in Italia non ci sono proprio?
Provi a far sì che paghino le tasse
gli evasori di quel nord produttivo
a lui sì caro e, invece dei migranti,
arresti i corruttori ed i corrotti
che fan costar la TAV ben quattro volte
più della Francia, e gli speculatori.
Così davver ridarebbe ardimento
a rinascita vera del Paese:
rinascita civile di noi tutti.


 
LA GIORNATA D’UN PREMIER

C’è un baldacchino là a Palazzo Chigi
che accoglie nel suo grembo un cavaliere:
Giuseppe Conte è il nome, presidente
del Consiglio italiano è il suo mestiere.
Qui, dopo consumata colazione,
legge i messaggi sul telefonino
lasciatigli da Gigi e da Matteo
con gli ordini al più presto da eseguire;
poi sui giornali la cronaca nera
scorre rapidamente, per sapere
dove occorre portar le condoglianze
sue e del governo per qualche sciagura
e parte in elicottero o in aereo.
La sera, dopo aver relazionato
a chi gli ha dato quell’appartamento,
gusta la cena con la dignità
derivante d’aver bene operato
e s’addormenta alfin tutto beato.

Agosto, 2018 
Felice Irrera