A proposito del "San Girolamo" di Antonello che sarebbe stato dipinto a Messina
Non
è vero che il mondo culturale di Messina sia una palude di acque stagnanti e
malsane, in cui non si muove niente se non in fondo in fondo. Si muove qualcosa
anche in superficie, ma con discrezione e timidezza, quasi con vergogna. O
sfrontatezza.
È
quanto è successo l’altra mattina nella sede della Comunità Ellenica dello
Stretto, dove si presentava alla stampa una
suggestiva scoperta in campo
storico-artistico. Chi conosce il Presidente della Comunità sa che è una
persona schiva, ma gentile e disponibile; che è un medico di famiglia serio e
scrupoloso, e che dedica molto del suo poco tempo libero alle cose che
riguardano le sue due patrie, quella messinese e quella greca.
E
questa sua passione l’ha portato, un po’ per caso, a scoprire un curioso
particolare in uno dei quadri più famosi del più grande dei pittori messinesi,
e uno dei massimi di sempre. Il quadro è il San
Girolamo nello studio, di Antonello, proprietà della National Gallery: in
una mattonella del pavimento dipinto sulla tavola, il Presidente Dottore aveva
riconosciuto casualmente una firma autografa stilizzata del sommo pittore e la
data e il luogo della realizzazione del dipinto. La scoperta attesterebbe che
il quadro sarebbe stato realizzato a Messina, e non a Venezia come si era fino
a ora ritenuto.
Bel
colpo per un dilettante, anche se è un dilettante di lusso come il nostro
Presidente Dottore. Un colpo che ha avuto l’effetto del sassolino gettato nello
stagno di cui sopra, che ha fatto venire al largo i professionisti, piccati per
diverse ragioni.
Primi
fra tutti i Giornalisti, infuriati perché la conferenza stampa, invece di
essere convocata con uno stringato comunicato a tutti gli organi di stampa
(come sarebbe stato logico e forse anche educato), era stata indetta con una
paginona sul Principale E Unico Quotidiano Locale. Come dire che facciamo una
conferenza stampa per tutti, ma prima diamo lo scoop al Principale E Unico
Quotidiano Locale. Con il risultato di mandar fuori dalla grazia di Dio i
Giornalisti delle altre testate, i quali l’epiteto più gentile che hanno
rivolto agli organizzatori è stata “servi del potere”.
Quando
poi è stata riportata la calma, il Presidente Dottore ha esposto la sua
scoperta ai presenti. Lo ha fatto con il consueto garbo, ma ancora una volta
sono stati i professionisti a prendere la scena, nella persona dello Storico
Dell’Arte Esperto Di Antonello Già Direttore Del Museo, il quale non si capiva
cosa volesse dire, però si capiva benissimo che aveva subito ma non digerito lo
smacco dal dilettante, e tentava in tutti i modi di smontare l’assunto del
Presidente Dottore.
Il
risultato è stato ancora una volta inatteso: dal pubblico è intervenuto un
altro dilettante, in difesa del Presidente Dottore, tacciando di bizantinismo
lo Storico Dell’Arte e guadagnandosi la stima e gli apprezzamenti del pubblico
presente.
Il
tutto a conferma – qualora ce ne fosse stato bisogno – che se si tira un sasso
nell’acqua stagnante, un po’ di tanfo ne viene sempre fuori.
Mario Benante