Estate.
Il sudore
ti
gronda sugli occhi,
al
sole si espongon
soltanto
gli allocchi.
Salvini,
il leghista,
si
crede un guerriero,
perciò
sulle spiagge
si
brucia davvero.
Disdegna
un berretto
nel
mentre comizia,
è
sol la parola
per
lui redditizia.
Ed
ecco, improvvisa,
del
sol la sevizia
colpisce
la fronte,
ne
annienta furbizia
a
quel demagogo
col
cerebro acceso
da
tutto quel caldo
di
cui sente il peso.
Or
medita, folle,
nel
pieno di agosto,
d’andare
da Conte
e
di dirgli tosto:
“Finito
è il governo,
io
voglio elezioni;
raddoppio
i miei seggi
con
le votazioni!”.
E
mentre, basito,
quell’altro
lo sente,
va
via fischiettando
tal
quale un demente:
dimettersi
deve,
la
Lega padrona
d’Italia
sarà!”.
Dapprima
l’Italia
si
strappa i capelli,
è
tutta in subbuglio...
ma,
calma, asinelli!
È
colpa del sole:
sfiducia
presenta,
ma
poi la ritira
(che
bella polenta!).
Ed
ecco riceve
da
Conte in Senato
tal
sorta di accuse
che
n’esce suonato.
Balbetta
ch’è pronto
a
far marcia indietro,
ma
un duro Gigino
gli
dà un vade retro.
Eppure,
bastava
soltanto
un cappello
calato
sul capo
e
questo macello
avrebbe
evitato!
Agosto,
2019
Felice
Irrera