sabato 30 novembre 2013

L'EDITORIALE

L'editoriale

31 ottobre 2012 alle ore 23.54
                 

Honi soit qui mal y pense!
 Sia pure, ma non possiamo cominciare questa nuova avventura giornalistica senza spiegare al lettore i motivi che hanno portato un gruppo di amici, impegnati in vari ruoli sociali ma, per tanti aspetti, di idee convergenti, a scegliere questo titolo per una rivista da inviare dapprima ad amici e conoscenti, poi agli amici degli amici, poi…
No, non equivochiamo su quest’ultima frase.
Non siamo certo un gruppo d’intriganti, intenti a procurarci reciproci favori, una combriccola, una camarilla. Al contrario. Desideriamo allargare il più possibile il nostro gruppo basato su un idem sentire, per cui su questa rivista cercheremo di additare al pubblico disprezzo chi nella nostra società mostra comportamenti non consoni all’essere sociale che è l’uomo: sia essa la Chiesa, la Massoneria o anche un semplice circolo culturale, prevalentemente, ma non unicamente, di questa città.
Cercheremo pure di rilevare l’assurdità di certe mentalità che proliferano nella nostra società, allo scopo di intervenire, soprattutto con una presa di coscienza, per un cambiamento.
In tal senso, se mai, e solo in tal senso, i cinque fondatori di essa costituiranno sì una “cricca”, ma una cricca “onorevole”, nel senso positivo che, molti secoli fa, attribuiva al termine Monsignor Della Casa, il celebre autore del “Galateo”. Proprio questo vogliono essere i nostri eroi, con la modestia derivante dalla coscienza dei propri limiti: additare al pubblico ludibrio chi il galateo del vivere civile non conosce o finge di non conoscere; chi calpesta i diritti del prossimo; ma anche chi, vivendo nell’ignavia, consuma la sua vita inutilmente, affermando che il mondo è così e che non c’è niente da fare.
Vorremmo anche, con i nostri articoli (che desideriamo siano caratterizzati soprattutto dalla chiarezza), far conoscere al maggior numero possibile di persone la verità su avvenimenti storici sepolti dall’incuria o dall’ignoranza, facendoli uscire dal sepolcro retorico in cui sono stati immersi: “l’altra storia”, insomma.
Infine, non tralasceremo di segnalare sulla rivista pubblicazioni, di qualsiasi genere, che, secondo noi, andrebbero lette e diffuse non solo per accrescere la nostra cultura, ma anche per migliorare il nostro vivere sociale.
Siamo convinti che c’è tanto da fare e che se ognuno di noi, redattori e lettori (chiamati questi ultimi a collaborare con note, richieste di chiarimenti e veri e propri articoli che seguano la linea che qui abbiamo esposta), farà la sua parte, la realtà in cui ogni giorno ci troviamo immersi, e che troppo spesso non ci piace, non potrà che migliorare.
Auguri a “La Cricca” e ai nostri lettori!
Felice Irrera

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