venerdì 3 agosto 2018

Meditazioni poetiche politiche

 Versificando sul presente...
(a cura di Felice Irrera)

 




IL NUOVO GOVERNO

L’han giurato: li ho visti sul Colle,
convocati dal Gran Ciambellano.
Han giurato il contratto firmato
e poi lieti si strinser la mano!
È così che il buon Romolo Augustolo
ha sancito l’unione di Gigi
(che, alla fine, ha trovato un impiego)
con il barbaro, nuovo Odoacre,
ch’è Salvini, il qual l’elmo indossava
con le corna e scendeva dal nord!

Assediati da tre lunghi mesi,
gli Italian non ne possono più:
hanno invero causato il lor danno
col votar questi loschi cretini;
or son pronti a pagare le pene
di veder questi sciocchi al potere
pur di non risentirli mai più
mentre parlan del ben dell’Italia
accozzando promesse insensate
che s’apprestano intanto a bruciare.

Se daranno alle fiamme il Paese,
mentre un Conte che conte non è
segue gli ordini che essi gli danno,
c’è più in là in agguato qualcuno
(anche lui un signore del male
ma più furbo di entrambi i signor),
pronto già a ritornare lassù:
è Berlusca, che, giovane eterno,
s’è avanzato e ci salverà!
Torneranno i bei giorni felici
in cui Silvio firmava anche lui
un contratto davanti al Paese:
gli Italiani non hanno memoria
e si sono scordati le rese.

Ed intanto il Piddì se la ride
col suo Renzi che mangia pop-corn,
ma dovrebbe pensar che il partito,
presuntuoso, ha distrutto anche lui.

Chissà poi per chi mai voteremo
quando presto Di Maio e Salvini
tradiranno l’impegno ora preso
sulla pelle di noi cittadin,
litigando per qualche sciocchezza,
a elezioni portandoci alfin!

Ma perché poi riandare alle urne
quando questo non serve più a niente?
Ci sarà qualche grande esponente
di poteri che forti ci son
ad imporre il volere di pochi
e a guidare con solide briglie
il corsier che l’Italia già fu!


 
QUANTE PROMESSE!

Perché del “Piano B”
parla tutta la gente,
mentre di quello “A”
non gliene importa niente?
Quest’ultimo sarebbe
davvero assai importante,
fornendo agli Italiani
lavoro e dignità,
con un governo serio,
che pensa a cose vere
e che non si accontenta
soltanto delle fole
di Di Maio e Salvini,
uniti nella via
che può soltanto ormai
portarci alla follia!
E mentre si discetta
di questa situazione
tra soloni in tivvù
che si parlano addosso
e i conduttori incalzano,
lautamente pagati,
con la pubblicità
che, tra un commento e l’altro,
c’imbottisce la testa
con materassi, prostata,
prodotti di bellezza,
integratori mitici,
mutande e calzoncini,
risale la protesta
di tutti contro tutti.
Ma vogliamo finirla?
Torniamo alla decenza:
rimandiamo Luigino
ad un lavoro onesto;
o meglio, procuriamoglielo,
così potrà cessare
di partorire idee,
ogni giorno diverse,
di stampo demenziale.
E quanto, poi, ai Mattei
(all’uno e all’altro alludo),
finiscan di giocare
rovinando il Paese.
Si tolga quelle corna
di barbaro Salvini;
e Renzi, per favore,
vada a fare l’attore
d’un cabaret che ridere
veramente non fa!
Quanto, poi, ai cittadini,
solo una cosa resta:
sulle macerie nostre
si pianga quello sbaglio
di essersi affidati
a gentaglia allo sbando,
che bada solamente
al proprio tornaconto
e ad ogni istante mente.


 
UN RE TRAVICELLO

Un popol ch’è pieno
di tante fortune
può ben fare a meno
del senso comune

ed ora si gode,
votati gli sciocchi,
un Conte modello
di Re Travicello,

che tira a campare
tirato dai fili:
un vero modello,
un Re Travicello

che ordini prende
da Gigi e Salvini:
non fa mai macello
un Re Travicello!

Dal vento portato,
tentenna, galleggia:
che uom di cervello
un Re Travicello!

Che popolo a modo,
che principe indegno,
che grande modello
un Re Travicello!


argumentum pessimi turba est (Seneca, De vita beata, 2, 1)

IL TEMPO DEI DEMAGOGHI

Scrisse il maestro di color che sanno
che può degenerar democrazia
nel suo male peggior: demagogia!
È allor che i cittadin producon danno

credendo alle promesse che quei fanno
per catturarli solo, in fede mia,
e di scarso intelletto son la spia,
ma per un po’ vero successo hanno!

Così oggi in Italia con Salvini
e con Luigino che zampetta accanto
e finalmente ha trovato un lavoro.

Anche a Messina abbiamo il nostro santo
(e portiamo le mani ai nostri crini!):
demagogo e inquisito, tutto oro!



IL NUOVO POTERE

Da demagoghi han truffato la folla;
uniti, i barbari han preso il potere
e se lo tengon stretto con la colla
dimenticando le incombenze vere.

Demolire soltanto è la lor molla
e possiedon sinapsi sì leggere
ch’una con l’altra giammai non s’ammolla!
Non è proprio possibil sostenere

la rozzezza e incultura degli eletti
ch’una democrazia malata ha demandato
a governare una nazione intera!

E mentre, come gli altri, questi ometti
si spartiscono i posti, sconsolato,
considero la sorte proprio nera!


I MALI ITALIANI

Se per vent’anni furono incapaci
nonché corrotti i governi italiani,
ciò si deve di certo agli atti audaci
d’un Cavalier, che con le proprie mani,
gettando quel Paese nelle braci,
senza pensare affatto al suo domani,
aiutato da tanti mascalzoni,
ingrassò le sue aziende con milioni.
E mentre i cittadin, per viver quieto
o per complicità non meno grave,
proseguivan nel proprio viver lieto
mentre su essi calava una trave,
s’arricchiva il fellone cheto cheto
che pria cantava solo su una nave
e, imperversando con tutti i suoi media,
favoriva nel popolo l’inedia.

Ora perché stupirsi del razzismo
se una meschina e falsa informazione,
costruita così per servilismo,
continua ad esser schiava d’un cialtrone,
rifondator del becero leghismo
ora distributore di poltrone,
che adultera le cifre dei migranti
e conta i Rom per dieci volte tanti?

Se, invece, qualcun altro nel Paese,
con un intento inver lungimirante,
al posto di badare alle sue imprese,
avesse, invece, di cultura innante
le richieste inver necessarie intese,
col primo posto alla tecnologia
e poi all’ambiente, quale gran magia,

non ci ritroveremmo governati
da un branco di razzisti e perdigiorno
che da quelle schifezze sono nati!
Infrastrutture grandi? Solo un corno:
non voleva Berlusca e i suoi malnati
che infilare tranquillo in tale forno
inutili e incompiute per potere
tangenti dare a chi di dovere!

Ora il “piccolo è bello!”, cavalcato
dai mungitor di latte della Lega
e da sconoscitori del mercato,
impresa a bassa tecnica, ci frega,
come da chi capisce è rimarcato
e stolto è qui davvero chi lo nega!
Intanto Conte, il pupo che ci guida,
che ripete pedissequo le grida

dei suoi padroni, come un pappagallo,
nel suo discorso dell’insediamento
su questo punto è stato proprio in stallo,
per cui, neppure per esperimento,
come per evitare un brutto fallo
e scansare così un ammonimento,
di istruzione e cultura ha mai parlato,
a ripeter parole condannato.

 
LA NUOVA CLASSE DIRIGENTE

Vediamo farsi strada avventurieri
sulle macerie d’una civiltà
che declina e caotica diventa
nel Bel Paese là dove il sì suona,
perché è stato incapace di dotarsi
d’una credibil classe dirigente.
Già tante volte la letteratura
(da Bel Ami, a Krull a Barry Lindon)
avea posto in rilievo quei rampanti,
gonfi d’astuzia e vuoti di pensiero,
che, a partire dal nulla, la scalata
social presero a dare utilizzando
l’apparenza, l’inganno e il trasformismo.
Or rimpiangiam le scuole di partito
che nel secolo scorso avean prodotto
Palmiro, Alcide, Enrico ed Aldo Moro!
Adesso, sono sorti movimenti
nati intorno a figure di successo,
come il comico Grillo, per esempio!
Non più Università o professioni
selezionato hanno i dirigenti,
ma sol televisioni salottiere
create da un astuto Cavaliere
e che han prodotto Carlucci e Carfagna
Ombretta Colli e chi più ce ne metta!
Ed ecco ritrovarci coi Mattei
e con Gigino, mai lavoratore,
che niun potere avrebber fuor di qui.
Difficile non è la profezia
d’una caduta presto rovinosa,
come quella di Renzi rottamato,
per Cinquestelle e la Lega razzista,
illusi da una scelta popolare
comprovante di lor la qualità
e, invece, solo simboli e strumenti
dalla massa votati unicamente
per chiudere un passato che si aborre
ed accettando promesse malfide
attendere impossibili risposte
da agitatori che l’hanno gabbata.

Agosto 2018



__________

Nessuno si nasconde che la politica internazionale planetaria non è più determinata dai singoli governi, ma da una rete d’interessi produttivi la quale decide delle politiche locali, delle guerre e delle paci e stabilisce i rapporti tra mondo capitalistico, Cina, Russia e Terzo Mondo (Umberto Eco, “La Repubblica”, 23 marzo 1978)


LA VERITÀ DELLE COSE

Debole è la memoria dei mortali,
che, avvolta nelle nebbie del presente,
interpreta il passato come vuole
guidata da ignoranza a profusione.
Viviam nella barbarie più assoluta,
eppure, preferiamo non vedere,
racchiusi in una sfera d’egoismo
o impotenti a resistere al sistema,
i giornalieri crimini del mondo
compiuti da potenze ch’eran dette,
un tempo, faro della libertà.
Trump è soltanto un buon continuatore,
icona d’arroganza e di folclore,
ma quelli che lo hanno preceduto
l’America latina han devastato
con golpe e con congiure d’ogni sorta;
hanno invaso Irak e Afghanistan;
sostengono lo Stato d’Israele
impedendo la pace e l’unità
col consentire atroci repressioni.
La speranza nell’O.N.U. è tramontata,
nazionalismo impera un po’ dovunque:
patetico è perciò quel “sovranismo”
di casa nostra, che ci fa sovrani
di un regno che di certo qui non c’è.
Le decisioni sono prese altrove
e multinazionali e grandi Stati
(con la finanza che governa tutto)
decidono la sorte di milioni
d’esseri umani, illusi con il voto
d’esercitare la democrazia,
eleggendo piuttosto delle lobbies
che ubbidiscono proni ai potentati:
se non lo fanno, che problema c’è?
Al loro posto ne verranno altri,
pur coperti da “libere” elezioni
e ricomincia un gioco senza fine!
Forse è questo dell’uomo il contrassegno:
volontà di potenza e di sterminio,
conquista di ricchezze ad ogni costo,
godere di piaceri e voluttà.
Non tutti certamente così sono
e gli onesti non mancano quaggiù,
ma sono sottomessi a quei malvagi
e, subornati, ormai non pensan più
che a chiudersi nel piccolo orticello
del proprio mondo, ch’or non conta più.


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IL DILAGARE DELLA VIOLENZA MEDIATICA

Pungolato da chi muggendo parla,
aumenta di continuo il popol bue,
che dagli stadi ormai s’è trasferito
un po’ dovunque con la sua violenza
e dà libero sfogo a ogni bassezza.
I social sono pieni ormai d’insulti
e tutti fanno a gara a chi più grossi
li spara, sol mirando a provocare
lo scandalo maggiore e l’attenzione
degli utenti del web, or degradati
sempre di più a pubblico pagante.
Guida la banda e stimola la rissa
il nuovo pistoler del Viminale,
incitando al razzismo più avvilente
e, invece di pensare agli Italiani,
che fuggon dal Paese per lavoro,
parla sol del problema migratorio,
da lui gonfiato oltre la realtà.
I fondi per l’impiego nel lavoro
da noi in Italia non ci sono proprio?
Provi a far sì che paghino le tasse
gli evasori di quel nord produttivo
a lui sì caro e, invece dei migranti,
arresti i corruttori ed i corrotti
che fan costar la TAV ben quattro volte
più della Francia, e gli speculatori.
Così davver ridarebbe ardimento
a rinascita vera del Paese:
rinascita civile di noi tutti.


 
LA GIORNATA D’UN PREMIER

C’è un baldacchino là a Palazzo Chigi
che accoglie nel suo grembo un cavaliere:
Giuseppe Conte è il nome, presidente
del Consiglio italiano è il suo mestiere.
Qui, dopo consumata colazione,
legge i messaggi sul telefonino
lasciatigli da Gigi e da Matteo
con gli ordini al più presto da eseguire;
poi sui giornali la cronaca nera
scorre rapidamente, per sapere
dove occorre portar le condoglianze
sue e del governo per qualche sciagura
e parte in elicottero o in aereo.
La sera, dopo aver relazionato
a chi gli ha dato quell’appartamento,
gusta la cena con la dignità
derivante d’aver bene operato
e s’addormenta alfin tutto beato.

Agosto, 2018 
Felice Irrera






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