Versificando sul presente...
(a cura di Felice Irrera)
IL
NUOVO GOVERNO
L’han
giurato: li ho visti sul Colle,
convocati
dal Gran Ciambellano.
Han
giurato il contratto firmato
e
poi lieti si strinser la mano!
È
così che il buon Romolo Augustolo
ha
sancito l’unione di Gigi
(che,
alla fine, ha trovato un impiego)
con
il barbaro, nuovo Odoacre,
ch’è
Salvini, il qual l’elmo indossava
con
le corna e scendeva dal nord!
Assediati
da tre lunghi mesi,
gli
Italian non ne possono più:
hanno
invero causato il lor danno
col
votar questi loschi cretini;
or
son pronti a pagare le pene
di
veder questi sciocchi al potere
pur
di non risentirli mai più
mentre
parlan del ben dell’Italia
accozzando
promesse insensate
che
s’apprestano intanto a bruciare.
Se
daranno alle fiamme il Paese,
mentre
un Conte che conte non è
segue
gli ordini che essi gli danno,
c’è
più in là in agguato qualcuno
(anche
lui un signore del male
ma
più furbo di entrambi i signor),
pronto
già a ritornare lassù:
è
Berlusca, che, giovane eterno,
s’è
avanzato e ci salverà!
Torneranno
i bei giorni felici
in
cui Silvio firmava anche lui
un
contratto davanti al Paese:
gli
Italiani non hanno memoria
e
si sono scordati le rese.
Ed
intanto il Piddì se la ride
col
suo Renzi che mangia pop-corn,
ma
dovrebbe pensar che il partito,
presuntuoso,
ha distrutto anche lui.
Chissà
poi per chi mai voteremo
quando
presto Di Maio e Salvini
tradiranno
l’impegno ora preso
sulla
pelle di noi cittadin,
litigando
per qualche sciocchezza,
a
elezioni portandoci alfin!
Ma
perché poi riandare alle urne
quando
questo non serve più a niente?
Ci
sarà qualche grande esponente
di
poteri che forti ci son
ad
imporre il volere di pochi
e
a guidare con solide briglie
il
corsier che l’Italia già fu!
QUANTE
PROMESSE!
Perché
del “Piano B”
parla
tutta la gente,
mentre
di quello “A”
non
gliene importa niente?
Quest’ultimo
sarebbe
davvero
assai importante,
fornendo
agli Italiani
lavoro
e dignità,
con
un governo serio,
che
pensa a cose vere
e
che non si accontenta
soltanto
delle fole
di
Di Maio e Salvini,
uniti
nella via
che
può soltanto ormai
portarci
alla follia!
E
mentre si discetta
di
questa situazione
tra
soloni in tivvù
che
si parlano addosso
e
i conduttori incalzano,
lautamente
pagati,
con
la pubblicità
che,
tra un commento e l’altro,
c’imbottisce
la testa
con
materassi, prostata,
prodotti
di bellezza,
integratori
mitici,
mutande
e calzoncini,
risale
la protesta
di
tutti contro tutti.
Ma
vogliamo finirla?
Torniamo
alla decenza:
rimandiamo
Luigino
ad
un lavoro onesto;
o
meglio, procuriamoglielo,
così
potrà cessare
di
partorire idee,
ogni
giorno diverse,
di
stampo demenziale.
E
quanto, poi, ai Mattei
(all’uno
e all’altro alludo),
finiscan
di giocare
rovinando
il Paese.
Si
tolga quelle corna
di
barbaro Salvini;
e
Renzi, per favore,
vada
a fare l’attore
d’un
cabaret che
ridere
veramente
non fa!
Quanto,
poi, ai cittadini,
solo
una cosa resta:
sulle
macerie nostre
si
pianga quello sbaglio
di
essersi affidati
a
gentaglia allo sbando,
che
bada solamente
al
proprio tornaconto
e
ad ogni istante mente.
UN
RE TRAVICELLO
Un
popol ch’è pieno
di
tante fortune
può
ben fare a meno
del
senso comune
ed
ora si gode,
votati
gli sciocchi,
un
Conte modello
di
Re Travicello,
che
tira a campare
tirato
dai fili:
un
vero modello,
un
Re Travicello
che
ordini prende
da
Gigi e Salvini:
non
fa mai macello
un
Re Travicello!
Dal
vento portato,
tentenna,
galleggia:
che
uom di cervello
un
Re Travicello!
Che
popolo a modo,
che
principe indegno,
che
grande modello
un
Re Travicello!
…argumentum
pessimi turba est (Seneca,
De vita beata,
2, 1)
IL
TEMPO DEI DEMAGOGHI
Scrisse
il maestro di color che sanno
che
può degenerar democrazia
nel
suo male peggior: demagogia!
È
allor che i cittadin producon danno
credendo
alle promesse che quei fanno
per
catturarli solo, in fede mia,
e
di scarso intelletto son la spia,
ma
per un po’ vero successo hanno!
Così
oggi in Italia con Salvini
e
con Luigino che zampetta accanto
e
finalmente ha trovato un lavoro.
Anche
a Messina abbiamo il nostro santo
(e
portiamo le mani ai nostri crini!):
demagogo
e inquisito, tutto oro!
IL
NUOVO POTERE
Da
demagoghi han truffato la folla;
uniti,
i barbari han preso il potere
e
se lo tengon stretto con la colla
dimenticando
le incombenze vere.
Demolire
soltanto è la lor molla
e
possiedon sinapsi sì leggere
ch’una
con l’altra giammai non s’ammolla!
Non
è proprio possibil sostenere
la
rozzezza e incultura degli eletti
ch’una
democrazia malata ha demandato
a
governare una nazione intera!
E
mentre, come gli altri, questi ometti
si
spartiscono i posti, sconsolato,
considero
la sorte proprio nera!
I
MALI ITALIANI
Se
per vent’anni furono incapaci
nonché
corrotti i governi italiani,
ciò
si deve di certo agli atti audaci
d’un
Cavalier, che con le proprie mani,
gettando
quel Paese nelle braci,
senza
pensare affatto al suo domani,
aiutato
da tanti mascalzoni,
ingrassò
le sue aziende con milioni.
E
mentre i cittadin, per viver quieto
o
per complicità non meno grave,
proseguivan
nel proprio viver lieto
mentre
su essi calava una trave,
s’arricchiva
il fellone cheto cheto
che
pria cantava solo su una nave
e,
imperversando con tutti i suoi media,
favoriva
nel popolo l’inedia.
Ora
perché stupirsi del razzismo
se
una meschina e falsa informazione,
costruita
così per servilismo,
continua
ad esser schiava d’un cialtrone,
rifondator
del becero leghismo
ora
distributore di poltrone,
che
adultera le cifre dei migranti
e
conta i Rom per dieci volte tanti?
Se,
invece, qualcun altro nel Paese,
con
un intento inver lungimirante,
al
posto di badare alle sue imprese,
avesse,
invece, di cultura innante
le
richieste inver necessarie intese,
col
primo posto alla tecnologia
e
poi all’ambiente, quale gran magia,
non
ci ritroveremmo governati
da
un branco di razzisti e perdigiorno
che
da quelle schifezze sono nati!
Infrastrutture
grandi? Solo un corno:
non
voleva Berlusca e i suoi malnati
che
infilare tranquillo in tale forno
inutili
e incompiute per potere
tangenti
dare a chi di dovere!
Ora
il “piccolo è bello!”, cavalcato
dai
mungitor di latte della Lega
e
da sconoscitori del mercato,
impresa
a bassa tecnica, ci frega,
come
da chi capisce è rimarcato
e
stolto è qui davvero chi lo nega!
Intanto
Conte, il pupo che ci guida,
che
ripete pedissequo le grida
dei
suoi padroni, come un pappagallo,
nel
suo discorso dell’insediamento
su
questo punto è stato proprio in stallo,
per
cui, neppure per esperimento,
come
per evitare un brutto fallo
e
scansare così un ammonimento,
di
istruzione e cultura ha mai parlato,
a
ripeter parole condannato.
LA
NUOVA CLASSE DIRIGENTE
Vediamo
farsi strada avventurieri
sulle
macerie d’una civiltà
che
declina e caotica diventa
nel
Bel Paese là dove il sì suona,
perché
è stato incapace di dotarsi
d’una
credibil classe dirigente.
Già
tante volte la letteratura
(da
Bel Ami, a Krull a Barry Lindon)
avea
posto in rilievo quei rampanti,
gonfi
d’astuzia e vuoti di pensiero,
che,
a partire dal nulla, la scalata
social
presero a dare utilizzando
l’apparenza,
l’inganno e il trasformismo.
Or
rimpiangiam le scuole di partito
che
nel secolo scorso avean prodotto
Palmiro,
Alcide, Enrico ed Aldo Moro!
Adesso,
sono sorti movimenti
nati
intorno a figure di successo,
come
il comico Grillo, per esempio!
Non
più Università o professioni
selezionato
hanno i dirigenti,
ma
sol televisioni salottiere
create
da un astuto Cavaliere
e
che han prodotto Carlucci e Carfagna
Ombretta
Colli e chi più ce ne metta!
Ed
ecco ritrovarci coi Mattei
e
con Gigino, mai lavoratore,
che
niun potere avrebber fuor di qui.
Difficile
non è la profezia
d’una
caduta presto rovinosa,
come
quella di Renzi rottamato,
per
Cinquestelle e la Lega razzista,
illusi
da una scelta popolare
comprovante
di lor la qualità
e,
invece, solo simboli e strumenti
dalla
massa votati unicamente
per
chiudere un passato che si aborre
ed
accettando promesse malfide
attendere
impossibili risposte
da
agitatori che l’hanno gabbata.
Agosto
2018
__________
Nessuno
si nasconde che la politica internazionale planetaria non è più
determinata dai singoli governi, ma da una rete d’interessi
produttivi la quale decide delle politiche locali, delle guerre e
delle paci e stabilisce i rapporti tra mondo capitalistico, Cina,
Russia e Terzo Mondo
(Umberto Eco, “La Repubblica”, 23 marzo 1978)
LA
VERITÀ DELLE COSE
Debole
è la memoria dei mortali,
che,
avvolta nelle nebbie del presente,
interpreta
il passato come vuole
guidata
da ignoranza a profusione.
Viviam
nella barbarie più assoluta,
eppure,
preferiamo non vedere,
racchiusi
in una sfera d’egoismo
o
impotenti a resistere al sistema,
i
giornalieri crimini del mondo
compiuti
da potenze ch’eran dette,
un
tempo, faro della libertà.
Trump
è soltanto un buon continuatore,
icona
d’arroganza e di folclore,
ma
quelli che lo hanno preceduto
l’America
latina han devastato
con
golpe e con congiure d’ogni sorta;
hanno
invaso Irak e Afghanistan;
sostengono
lo Stato d’Israele
impedendo
la pace e l’unità
col
consentire atroci repressioni.
La
speranza nell’O.N.U. è tramontata,
nazionalismo
impera un po’ dovunque:
patetico
è perciò quel “sovranismo”
di
casa nostra, che ci fa sovrani
di
un regno che di certo qui non c’è.
Le
decisioni sono prese altrove
e
multinazionali e grandi Stati
(con
la finanza che governa tutto)
decidono
la sorte di milioni
d’esseri
umani, illusi con il voto
d’esercitare
la democrazia,
eleggendo
piuttosto delle lobbies
che
ubbidiscono proni ai potentati:
se
non lo fanno, che problema c’è?
Al
loro posto ne verranno altri,
pur
coperti da “libere” elezioni
e
ricomincia un gioco senza fine!
Forse
è questo dell’uomo il contrassegno:
volontà
di potenza e di sterminio,
conquista
di ricchezze ad ogni costo,
godere
di piaceri e voluttà.
Non
tutti certamente così sono
e
gli onesti non mancano quaggiù,
ma
sono sottomessi a quei malvagi
e,
subornati, ormai non pensan più
che
a chiudersi nel piccolo orticello
del
proprio mondo, ch’or non conta più.
____________________
IL
DILAGARE DELLA VIOLENZA MEDIATICA
Pungolato
da chi muggendo parla,
aumenta
di continuo il popol bue,
che
dagli stadi ormai s’è trasferito
un
po’ dovunque con la sua violenza
e
dà libero sfogo a ogni bassezza.
I
social sono pieni ormai d’insulti
e
tutti fanno a gara a chi più grossi
li
spara, sol mirando a provocare
lo
scandalo maggiore e l’attenzione
degli
utenti del web, or degradati
sempre
di più a pubblico pagante.
Guida
la banda e stimola la rissa
il
nuovo pistoler del Viminale,
incitando
al razzismo più avvilente
e,
invece di pensare agli Italiani,
che
fuggon dal Paese per lavoro,
parla
sol del problema migratorio,
da
lui gonfiato oltre la realtà.
I
fondi per l’impiego nel lavoro
da
noi in Italia non ci sono proprio?
Provi
a far sì che paghino le tasse
gli
evasori di quel nord produttivo
a
lui sì caro e, invece dei migranti,
arresti
i corruttori ed i corrotti
che
fan costar la TAV ben quattro volte
più
della Francia, e gli speculatori.
Così
davver ridarebbe ardimento
a
rinascita vera del Paese:
rinascita
civile di noi tutti.
LA
GIORNATA D’UN PREMIER
C’è
un baldacchino là a Palazzo Chigi
che
accoglie nel suo grembo un cavaliere:
Giuseppe
Conte è il nome, presidente
del
Consiglio italiano è il suo mestiere.
Qui,
dopo consumata colazione,
legge
i messaggi sul telefonino
lasciatigli
da Gigi e da Matteo
con
gli ordini al più presto da eseguire;
poi
sui giornali la cronaca nera
scorre
rapidamente, per sapere
dove
occorre portar le condoglianze
sue
e del governo per qualche sciagura
e
parte in elicottero o in aereo.
La
sera, dopo aver relazionato
a
chi gli ha dato quell’appartamento,
gusta
la cena con la dignità
derivante
d’aver bene operato
e
s’addormenta alfin tutto beato.
Agosto,
2018
Felice Irrera
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