mercoledì 3 aprile 2019

ARRIVEDERCI SIGNOR INTILLA

Ci ha lasciati... 
Michele Intilla (foto di E. Borrometi)
Avevo conosciuto Michele Intilla quando collaboravo alle pagine culturali di centonove. Era da poco uscita una delle sue opere più belle e importanti per la città di Messina, la ristampa dell’Iconologia di Placido Samperi, realizzata con la collaborazione di un altro grande messinologo recentemente scomparso, Giovanni Molonia. In quei mesi realizzavo una serie di interviste con gli editori locali, ma Intilla mi apparve subito come un personaggio diverso da tutti gli altri. Nisseno di origine, viveva da tantissimi anni a Messina, dove aveva un lungo trascorso di libraio, prima di fare il grande salto, non più limitandosi a vendere libri, ma promuovendoli e pubblicandoli.
Frequentando la sua sede, dapprima sulla via Garibaldi, poi in via Cicerone, quindi in via Ettore Lombardo Pellegrino, e infine a casa sua, quando gli era diventato troppo impegnativo uscire da casa, si potevano incontrare tutti quei personaggi che, a vario titolo, hanno collocato tasselli importanti nella costruzione del tessuto culturale e artistico di Messina. Il suo ufficio, in qualunque delle suddette sedi, era tappezzato dai quadri dei più bravi artisti cittadini, che avevano la sua sede come punto di riferimento, già dai tempi dell’associazione La Palazzata, di cui Intilla era uno dei più convinti animatori. E per quello stesso ufficio entravano e uscivano poeti, scrittori, storici, pittori.
Andarlo a trovare e farci quattro chiacchiere voleva spesso dire rispolverare aneddoti e personaggi di cui conservava preziose testimonianze nel suo ponderoso archivio, fatto di volumi e fascicoli, cartelle e faldoni etichettati sui dorsi. Lettere e documenti che raccontano squarci della vita artistica e culturale messinese e siciliana. Un archivio enorme, che, mi diceva quando lo vidi per l’ultima volta, dovrebbe essere acquisito dalla Società di Storia Patria di Caltanissetta. Di Caltanissetta, non di Messina, chissà poi perché…
Tutto rigorosamente cartaceo, perché Intilla non si era mai voluto piegare al digitale. Non aveva neppure voluto farsi fare un sito internet, così intratteneva i contatti con i suoi clienti utilizzando la posta tradizionale, scrivendo la propria corrispondenza su una macchina per scrivere portatile, con un foglio di carta carbone che gli consentiva di conservare una copia cartacea delle proprie lettere da archiviare. L’ultimo editore analogico.
È sufficiente sfogliare il suo unico catalogo cartaceo ufficiale per avere un’idea delle personalità che hanno fatto grande la sua piccola casa editrice. Non lo inizio, l’elenco, perché non riuscirei a completarlo, né avrebbe molto senso, adesso. Mi aspettavo di vedere un po’ più di roba, sui giornali messinesi. Ma tant’è, a Michele Intilla, al signor Intilla, molta pubblicità su di lui non interessava, preferiva si parlasse dei suoi libri. Arrivederci, signor Intilla.

Gerardo Rizzo

2 commenti:

  1. Grazie per il tenerissimo tributo di amicizia che coglie in pieno l'essenza di papà un abbraccio. Patrizia e Daniela Intilla

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  2. Ho visto solo ora il commento, scusate per il ritardo nella risposta. Grazie a voi per l'apprezzamento. Avrò sempre un sentimento di affetto e gratitudine per vostro papà, oltre che di grandissima stima. Gerardo Rizzo

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