sabato 2 gennaio 2021

PRIMA E DOPO IL 28 DICEMBRE. ATTORNO AL MONUMENTO


Questo articolo è stato scritto a metà dello scorso novembre ed è rimasto nel cassetto. L’autore, l’ha ritirato fuori dopo una nuova passeggiata negli stessi luoghi il 29 dicembre ed ha notato che le aiuole attorno al monumento ai marinai russi erano state ripulite. Va da sé che la spiegazione che ci si è dati è che il giorno prima, come consueto, si era svolta la cerimonia commemorativa con la deposizione di una corona di fiori da parte del sindaco in collaborazione – come si legge in tutti i comunicati ufficiali – con il consolato onorario russo; ma sembra che il console, l’onorevole Giovanni Ricevuto, non si sia fatto vedere… Se così fosse, le parole e le tesi dell'autore risulterebbero ancora più calzanti


foto scattata il 15 novembre 2020



foto scattata il 29 dicembre 2020







Passeggiando per Messina

Come non pensare, in questo primo (e si spera ultimo) anno dell’era Covid, ad una bella passeggiata nel piacevole sole di una giornata autunnale della città dello stretto?

Ed eccomi prima ad osservare beato, nonostante la mascherina, il mare tranquillo in un’aria priva di vento; poi notare chi corre un po’ o passeggia come me per dimenticare l’angoscia dell’epidemia; e infine riprendere la strada di casa, passando per la villetta che ospita, sul torrente Boccetta, il bel monumento “Ai Marinai russi”, inaugurato il 9 giugno 2012, per i soccorsi portati da essi, che il 29 dicembre 1908 giunsero, con le unità “Admiral Makarov”, “Giljak”, “Koreec”, “Bogatyr”, “Slava” e “Cesarevic”, per portare i primi soccorsi alle persone intrappolate sotto le macerie delle abitazioni crollate appena un giorno prima.

Giro intorno al monumento, ammirandone il commovente realismo.

Ricordo che esso non fu eretto, come si potrebbe pensare, a spese del Comune (che mise solo a disposizione lo spazio verde), ma per volontà dei Russi e, in particolare, grazie al finanziamento della Fondazione Sant'Andrea, in collaborazione con il Centro della Gloria Nazionale e il Fondo Internazionale delle Lettere e della Cultura slava: non posso fare a meno di dispiacermi ancora dell’operato di una città che, dopo più di un secolo, non è riuscita a dare corso a quella che fu proprio la prima delibera della prima seduta del Consiglio comunale della città distrutta (17 febbraio 1909), che prevedeva, appunto, l’erezione di un doveroso monumento a quei marinai.

Il bronzo dell’opera, che fu realizzata su un bozzetto dello scultore italo-russo Pietro Kufferle del 1911, mostra di essere trascurato: molte sono le macchie e s’intravedono anche delle fessure alla base. Ma colpisce certamente ancora di più chi guarda il contesto in cui esso è situato il completo abbandono in cui versa lo spazio un tempo verde, ora pieno di sterpaglie.

Alla cerimonia dell’inaugurazione del monumento, tra le molte autorità italiane e della Federazione Russa, fu presente l’allora presidente della Provincia Nanni Ricevuto, che presto avrebbe ottenuto lo status di console onorario a Messina, divenendo, insomma, uno dei magnifici 530 che figuravano, al 25 settembre del 2019, nell’elenco approntato all’epoca dal nostro Ministero degli Esteri: il medesimo era pure lì segnalato in carica dal 10 maggio 2016 al 9 maggio 2021.

Come tale, da allora questo politico di lungo corso, si è distinto in alcune cerimonie ufficiali e ha persino avuto l’onore di far inaugurare ufficialmente, nel maggio 2018, all’Ambasciatore Sergey Razov la sede del Consolato Onorario che avrebbe dovuto rappresentare un punto di riferimento importante per i russi residenti nella città di Messina e nella sua provincia (alcune centinaia) oltre che per i numerosi turisti in visita.

Non disponendo di statistiche, non sappiamo quante decine (forse centinaia) di persone si siano rivolte, traendone beneficio, all’onorevole, ma semplicemente con una breve ricerca su internet abbiamo appreso che l’indirizzo del Consolato è sito in via Regina Elena 6, 98158, Faro Superiore (sic!), Messina e che la sua sede operativa si trova in Corso Cavour 77, indirizzo quest’ultimo che corrisponde a quello dell’Università telematica Pegaso, di cui lo stesso ex-onorevole risulta responsabile delle Relazioni Internazionali: quanto all’e-mail alla quale abbiamo scritto per attingere informazioni (info@consolato-onorariorussiamessina.it), ci è ritornata indietro inevasa.

Insomma, tutto ciò fa pensare che la reperibilità e quindi l’attività consolare sia stata piuttosto scarsa, a dispetto delle aspettative dell’ambasciatore Razov. Viene da chiedersi se i Russi abbiano il desiderio di riconfermarlo nell’incarico in una città così emblematica e storica per le relazioni tra i due paesi. Aspettiamo con curiosità il maggio dell’anno imminente

Ciò che, invece, non può davvero aspettare perché costituisce una vera vergogna è lo stato in cui versa il verde che circonda il monumento. Osservando i cartelli ancora presenti nelle aiuole, sembrerebbe che non debba essere il Comune a pensarci: in una grande targa a bella vista si legge che il consolato onorario e il centro “MIR” (associazione fatta nascere e promossa dallo stesso Ricevuto) si prendono cura del verde di “questo” luogo. Sarà!

Ci aspettiamo un gesto di orgoglio e di riscatto da parte del console, almeno prima di maggio, prima che il suo mandato giunga a scadenza.

novembre, 2020

Felice Irrera

Post scriptum della Redazione. La pulizia delle aiuole, verificata il 28 dicembre successivo, giorno della commemorazione, è stata opera di chi? L’assenza del console onorario all'annuale cerimonia fa sorgere qualche ragionevole dubbio che il “gesto di orgoglio e di riscatto” sia da attribuire ad altri.





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