lunedì 16 maggio 2016

Storia. Nuove leve si presentano

Giovani storici crescono. E pubblicano i loro lavori. Il risultato è il 
volume Società, potere e libertà, a cura di Giuseppe Campagna (edizioni Aracne, Roma 2016), in cui sono raccolte le prime pubblicazioni – in molti casi gli esordi – di giovani usciti in questi anni dal vivaio del corso di Laurea in Scienze Storiche.
Nella prefazione al volume, Giuseppe Restifo, citando Lucien Febvre, descrive lo storico come uno che lavora sulla frontiera, con un piede di qua e uno di là, fra il passato e il presente; concetto che appare ben chiaro ai giovani autori di questa opera, i quali sembrano aver compreso la necessità di conoscere il tempo trascorso per comprendere quello in cui viviamo: «…colpisce un approccio che si può definire “spontaneo”: per la gran parte di loro si tratta della prima pratica storiografica; ma subito emerge come essi considerino i loro risultati come un prodotto della “sudata” conoscenza del passato».
I lavori prodotti spaziano in un arco temporale vastissimo, che va dal medioevo al novecento: il libro raccoglie infatti dodici saggi scritti da dieci autori, che si occupano dei campi di ricerca più disparati. Due di questi saggi sono del curatore Campagna: il primo, La schiavitù a Messina nel Trecento, illustra la presenza di schiavi nella città dello Stretto, gettando luce su un argomento molto poco noto agli stessi studiosi. Più corposo è il secondo dei saggi di Campagna, L’espulsione degli ebrei dalla Sicilia. Diaspora di uomini ed identità, in cui si seguono le tracce delle vittime di quella immane tragedia e il loro disperdersi lungo le varie rotte del Mediterraneo.
Due testi li presenta anche Alessandro Abbate: uno su un’attività tradizionale della zona delle Madonie (Produzione, uso e commercio della manna da frassino siciliana fra il XVII e il XIX secolo); l’altro racconta la figura e le vicende di un socialista romagnolo, Nicola Bombacci, negli anni che precedettero la nascita del PCI (Il Psi attraverso la figura di Nicola Bombacci. Dagli ultimi anni di guerra alla scissione di Livorno 1917-1921).
Procedendo in ordine cronologico, si trova il saggio di Vincenzo Tedesco (Forme di giustizia e dissenso religioso in Calabria e in Sicilia nel XVI secolo), che illustra la diffusione della Riforma protestante nelle regioni più meridionali d’Italia.
Marco Cesareo (Luca Villamaci. Un artista messinese alla corte di Luigi XIV: proposte di ricerca), prova a seguire le tracce del pittore e scultore, probabile protagonista della rivolta antispagnola del 1674-78 ed esule al ritorno degli spagnoli in città.
Ci avviciniamo ai nostri giorni con la ricerca di Antonino Teramo (Ordini e congregazioni religiose nella Diocesi di Messina negli anni dell’arcivescovo Guarino), che si rivela un accurato studio sula religiosità a Messina nello scorcio dell’800, al tempo dell’ultimo cardinale alla guida della diocesi peloritana.
In Tra consenso e dissenso: la Società Africana d’Italia e gli esordi della politica coloniale italiana, Francesca Minissale ripercorre le tappe che hanno condotto alla creazione dell’Africa italiana, ma anche della costruzione del beneplacito popolare alla nascita dell’Impero.
La nascita dell’irredentismo italiano e gli anni che portarono alla prima guerra mondiale sono oggetto del lavoro di Marco Boncoddo, Fiume 1896-1914. La morte dell’idillio fiumano-magiaro e la nascita dell’irredentismo italiano alla vigilia della Grande Guerra.
L’immane tragedia umana rappresentata dalla guerra civile spagnola è analizzata in due studi, per quanto con angolazioni molto dissimili. Marcello Raffa (Mussolini e la guerra civile spagnola. L’aiuto del regime fascista ai ribelli nazionalisti) indaga sui rapporti fra Italia e Spagna e sul sostegno di Mussolini a Francisco Franco; Teresa Saccà (I primi mesi della guerra civile spagnola da “La Gazzetta quotidiano fascista della Sicilia e della Calabria”), dopo aver passato in rassegna la più recente bibliografia sull’argomento, ne segue i resoconti che ne fa un quotidano meridionale a diffusione locale, offrendo un esempio dell’appoggio che, a sua volta, il regime ebbe dalla stampa a proposito della sua partecipazione al conflitto iberico.
Chiude il volume Francesco Tigani, che in Briciole di umanesimo e scorie democratiche, dopo aver analizzato le varie interpretazioni della democrazia che si sono succedute nel tempo, ne scandaglia le implicazioni filosofiche, a partire dai dialoghi socratici fino ad arriv
are all’antipolitica militante di Beppe Grillo e dei suoi “Vaffa”.
Gerardo Rizzo

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